Donatella Cinelli Colombini / Vini in Rosa


Donatella Cinelli Colombini / Vini in Rosa

Senese, classe 1953, laureata in Storia dell’Arte medioevale; nel 1993 fonda il Movimento del Turismo del Vino e poi crea l’iniziativa Cantine aperte: una giornata intera dedicata all’enoturismo. Dopo 14 anni nell’azienda di famiglia, nel 1998 ne crea una propria, dedicata alla produzione del Brunello dove decide che a lavorare siano solo donne.

Nel 2003 ha vinto il premio di miglior produttore italiano. Sempre nello stesso anno ha pubblicato il Manuale del turismo del vino. Dal 2016 è presidente delle Donne del Vino.

A lei, personalità accattivante e carismatica, convinta che “anche senza grandi muscoli si fanno grandi vini” è dedicata la nostra intervista.

Donatella Cinelli Colombini, Presidente dell’Associazione Donne del Vino

1988 – 2019: da 20 a circa 850 associate fra produttrici, enotecarie, ristoratrici, sommelier e giornaliste: una crescita incredibile. Quali sono i punti di forza della vostra Associazione che rappresenta la più grande organizzazione mondiale femminile del settore enologico e come spiega questo incredibile successo? “Le donne si associano per fare con, per stare con, per costruire con …. Non per prendere. Noi Donne del vino abbiamo questa caratteristica amplificata. Siamo consapevoli che è il mondo del vino ad avere bisogno di noi e non il contrario. Le donne dirigono aziende agricole che coprono il 21% del Sau (superficie agricola utilizzabile) ma producono il 28% per PIL agricolo”.

L’Associazione è diffusa sul territorio nazionale con delegazioni in tutte le regioni: esiste qualcosa di simile anche all’estero? “In Francia ci sono associazioni locali federate in un’associazione nazionale. In Germania c’è la seconda più grande associazione nazionale dopo la nostra. In Usa c’è una società di servizi rivolta alle donne del vino che ha quasi lo stesso numero di adepte … ma le Donne del vino sono sicuramente l’organizzazione no profit più grande e strutturata del mondo”.

Quanto incide l’esperienza sul campo e in che percentuale sono presenti le giovani under 30? “L’esperienza sul campo conta tantissimo per questo stiamo raccogliendo le proposte formative delle socie produttrici, ristoratrici, enotecarie, PR, giornaliste, sommelier … perché mostrino il mondo del vino dal di dentro alle giovani che pensano al nostro comparto per il loro futuro professionale. Il progetto si chiama FUTURE ed è stato ideato dalla delegata del Veneto Alessandra Boscaini. Abbiamo fatto un primo giro di richieste e ora è pronto il sistema per immettere le proposte direttamente nel sito per cui le offerte formative dirette alle under 30, saranno pubblicate prestissimo”.

Qual è il punto di forza e i contributi delle nuove generazioni? “l coraggio di varcare gli orizzonti anche quando è rischioso”.

Un’imprenditoria tutta rosa: fra i suoi tanti incarichi, oltra ad essere presidente di un’associazione, come questa, tutta al femminile è a capo di una cantina prestigiosa nella terra del Brunello, a Montalcino, con un organico formato di sole donne: una certezza o una provocazione? “Il progetto Prime Donne è nato per caso. Cercavo un cantiniere e la scuola per enotecnici mi disse <> mentre quando chiesi una cantiniera <> da lì capii l’esistenza di una discriminazione che andava contrastata con i fatti. Oggi, a distanza di 20 anni, abbiamo costruito due cantine, ripiantato i vigneti, esportiamo in 39 Paesi esteri e i giudizi della stampa specializzata sono eccellenti. Abbiamo dimostrato che senza grandi muscoli si fanno grandi vini”.

Lei insegna Turismo del Vino nei Master post laurea: che cosa si sente di consigliare a chi per scelta e passione decide di intraprendere in Italia la strada del vino? “A chi vuole aprire una cantina aperta al pubblico consiglio di creare un’offerta diversificata e con forte identità, non solo l’assaggio con la spiegazione del sistema produttivo della propria denominazione. A chi vuole invece creare una Strada del vino consiglio di non tenere gli uffici chiusi la domenica e nei giorni festivi”.

Iniziative e progetti futuri dell’associazione? “ll prossimo appuntamento è la convention in Sicilia, sull’Etna sul tema “Donne Vino e Design”, poi daremo il via a un sondaggio sul credito delle banche alle donne. Vogliamo vedere se le donne ricevono più dinieghi dei colleghi maschi. Poi ci sarà la pubblicazione del progetto FUTURE e la costituzione del network internazionale fra le associazioni del vino al femminile durante SIMEI a Milano a novembre”.

Donne del vino si nasce o si diventa? Si diventa.

Parafrasando un celebre film del 2006 diretto da Ridley Scott con Russel Crowe, previsioni per questo 2019: sarà Un’ottima annata? Si meravigliosa!

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