Prefazione – 2023
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Nel XII secolo la zona del Chianti apparteneva quasi interamente alla Repubblica di Firenze, la quale aveva ottenuto il controllo della zona con l’aiuto sia dell’organizzazione ecclesiastica che delle parrocchie, quest’ultime come fulcro politico-amministrativo.
Così sette secoli fa, presumibilmente nella seconda parte del tredicesimo secolo, su iniziativa della Repubblica Fiorentina, fu fondata la Lega del Chianti, una sorta di giurisdizione militare.
“Il più antico Statuto della Lega del Chianti risale al 1384, e conteneva le norme civili e penali che il Podestà, a capo della Lega, era tenuto a far rispettare su tutto il territorio del Chianti, allora suddiviso nei Terzieri di Radda, Gaiole e Castellina, – Comuni oggi appartenenti tutti alla Provincia di Siena -.
Il Podestà, il cui incarico durava sei mesi, risiedeva a Radda, coadiuvato da amministratori e fanti”, mi dice Maurizio Mancianti, Co-Presidente della “Tuscan-American Association” e, attualmente, Consigliere Maggiore, Responsabile dei Terzieri e Pivieri Nazionali (Firenze, Siena, Arezzo, Prato, Fiesole, Valdarno, Valdipesa, Castelnuovo Berardenga e Lazio) della Lega del Chianti, spiegandomi con spirito entusiasta e coinvolto, la storia, attraverso i secoli, e l’attuale attività della Lega del Chianti, con i suoi scopi, la sua struttura e le attività, arrivate nel corso dei secoli fino a noi oggi.
“Le parrocchie, alle quali facevano capo i vari “popoli “, erano il punto fondamentale di riferimento, la struttura amministrativa.
Il termine Piviere, deriva proprio dalla “pieve”, la chiesa con annesso il Battistero, che nell’Alto Medioevo era al centro di una circoscrizione territoriale civile e religiosa.
Nei secoli successivi, venendosi a consolidare il dominio fiorentino sulla “Terra del Chianti” (con la conquista a metà ‘500 della città di Siena e dei suoi territori), gli scopi difensivi della Lega del Chianti vennero meno e si rafforzarono le funzioni amministrative, civili e penali. Particolare attenzione venne dedicata a tutte quelle norme che servivano a migliorare le colture, in particolare quelle della viticoltura e della raccolta dell’uva, per incrementare la produzione vinicola: sin dal 1444, fu stabilito, ad esempio, che la vendemmia non si potesse iniziare prima del 29 settembre, per essere certi di ottenere “quel buon vino che si vende tanto bene”, mi descrive.
Fin dall’epoca Medioevale, l’emblema del “gallo nero su campo oro” fu l’insegna della Lega del Chianti.
In effetti, il Gallo Nero è ancora oggi il simbolo storico del Chianti, adottato come marchio per il vino Chianti Classico dal Consorzio che raggruppa i produttori.
Nel 1774 la Lega del Chianti fu sciolta per lasciare il posto alle istituzioni create secondo il nuovo ordinamento, voluto per tutto il territorio fiorentino, dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo (1747 – 1792).
Con il passare dei secoli, oggi alcune delle ragioni per cui era nata anticamente la Lega del Chianti sono ritornate attuali: la passione per il territorio, per la cultura ed i prodotti del Chianti, come i principi basati su una buona qualità di vita, che avevano caratterizzato gran parte della sua attività, sono stati riscoperti come fortemente importanti anche ai nostri giorni.
Così nel 1970 la Lega del Chianti è stata rifondata e nel 1985 sono stati festeggiati i settecento anni dalla sua nascita.
Oggi la Lega è il naturale proseguimento dell’antica istituzione, coniugando le attuali esigenze della realtà di questo territorio, animandosi degli stessi principi.
“L’attuale statuto è fondato sull’impegno a mantenere nella sua integrità la “Terra del Chianti “, a esaltare la cultura del vino, i valori della vita campestre e del senso religioso della vita. Alla base di questi principi è posta la coscienza universale, che si esprime con l’amicizia e la solidarietà fra tutti gli uomini del Chianti e di tutti coloro che amano questa “Terra”, aggiunge Maurizio con entusiasmo.
Fanno parte della Lega del Chianti uomini e donne che provengono da ogni luogo e nazione, uniti dal desiderio di proteggere e valorizzare un territorio unico e irripetibile, pieno di arte e di storia, dove la cultura per i prodotti della terra ha una sapienza secolare.
A ognuno di loro è assegnato un “Terziere” o un “Piviere”, ciascuno dei quali è guidato da un Capitano o da un Commissario, e promuove iniziative autonome come congressi, degustazioni, visite guidate.
I Terzieri sono costituiti dalle tre località originarie, Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti e Radda in Chianti.
I Pivieri in Italia sono rappresentati da: il Piviere del Capitano Generale; per la Toscana quello di Arezzo, Castelnuovo Berardenga, Fiesole, Firenze, Greve in Chianti, Prato, Siena, Val d’Arno, Val di Pesava d’Elsa; per l’Italia Centrale, il Piviere del Lazio e dell’Umbria.
I Pivieri esteri sono: Soletta, Ticino e Zurigo per la Svizzera, Vienna per l’Austria.
La Lega del Chianti è retta dal Capitano Generale, che sopraintende al Consiglio Maggiore, massimo organo con poteri consultivi.
Dal 4 ottobre 1998 è stato eletto Capitano Generale il Barone Giovanni Ricasoli-Firidolfi, il cui mandato è stato riconfermato nel 2005 e nel 2012.
Possono anche essere eletti Legati e Dame “Ad Honorem”, italiani o stranieri, per particolari meriti.
“Il momento più significativo per l’Istituzione è il “Capitolo Annuale,” realizzato dalla Capitanìa Generale con il sostegno dell’Autorità Ecclesiastica, che è svolto alternativamente in chiese e luoghi prestigiosi di Firenze e di Siena. Negli ultimi anni il Capitolo Annuale è stato celebrato nella cattedrale di Siena e nel Battistero di Firenze. Si tratta di una cerimonia maestosa, che viene preceduta da una solenne Santa Messa. A tal fine viene realizzato il libro per la Santa Messa, ogni anno corredato di apparati differenti, accompagnato da studi storico-artistici dedicati ad una particolare opera d’arte o antico testo relativi alla chiesa in cui si svolge la cerimonia. Al termine della funzione religiosa, avvengono le “Intronizzazioni”, seguendo un antico cerimoniale, i nuovi Legati e Dame”, conclude.
Parlando della Lega del Chianti si può intendere un continuum di tradizione, che parte dal Medioevo e porta ai nostri giorni, basato sull’amore e la passione per una Terra e i suoi prodotti.
Ritratti di Maurizio Mancianti realizzati da carmeli / bedarumica.org