Prefazione – 2023
Prefazione Un magazine “contemporaneo” si nutre di dinamismo e vitalità, percepisce al volo gli input delle lettrici e dei lettori, si trasforma dando sempre il meglio. Insomma,...
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L’avventura del nostro periodico inizia dai giovani con una missione annunciata come pericolosa. In una mattina di quasi primavera abbiamo conversato a lungo con le ragazze ed i ragazzi della 3D del liceo scientifico, Istituto Gobetti-Volta di Bagno a Ripoli, alle porte di Firenze. Si tratta di una classe composita che rappresenta un microcosmo interessante sospeso tra città e quella parte della provincia che guarda al Chianti.
Insieme a loro abbiamo portato avanti quella che potremmo definire una chiacchierata-sondaggio, libera ed informale, quasi un “sensore” posto su una delle frontiere più tormentate della vita dei giovani: il cibo.
Si è trattato di un’esperienza tutt’altro che scontata, per certi versi sorprendente, quasi un sottosopra rispetto agli stereotipi sul tema. Abbiamo iniziato subito con una domanda a 360°, con impatto emotivo e riflessi sul concreto vissuto quotidiano:
“Per te il cibo è in relazione a…”?
Per il 52% questo rapporto viene vissuto come alimentazione che va di pari passo con il piacere del gusto. Un significativo 39% si esprime sottolineando che il cibo è essenzialmente un fattore culturale, che rimanda a tradizioni, valori familiari o comunitari, una precisa identità. Solo per il 9% l’alimentazione ha una mera portata di necessità. Nessuno, proprio nessuno, ha optato per la soluzione che vede una stretta connessione tra cibo e condizionamenti della moda.
Ancor più interessante la risposta alla domanda diretta: “Dichecibo6?”
A disposizione delle ragazze e dei ragazzi una scelta che permetteva loro di rispondere con almeno tre indicatori totalmente liberi, senza alcuna griglia preventiva.
Dal grappolo di parole-chiave individuate esce un quadro certo molto mosso e diversificato, ma con alcuni punti fermi di grande interesse per capire la bussola che orienta i giovani nel loro rapporto con il cibo.
Il nocciolo duro delle risposte mette in rilievo il radicamento alle tradizioni ed al territorio che ancora guida i gusti dei giovani: nell’ordine le opzioni più familiari e gradite sono bistecca, pizza e pasta. Certo con molte varianti e sfumature. Alcune, come la pasta, sempre nel solco delle cose buone e sobrie: pomodoro, sugo, pesto, lasagne, maccheroni. Altre, come la pizza, con aperture del tradizionale all’esotico (per esempio con mix tra ananas e prosciutto).
Ripetuto ed un po’ contro-corrente rispetto alla vulgata mediatica il richiamo alla “cucina domestica”. Più volte sono apparse espressioni eloquenti come “preparato in casa”, “non confezionato” e, per finire in bellezza, “il buon ragù della nonna”.
Più insistiti del previsto e puntuali i riferimenti a scelte naturiste e salutiste: verdure in qualsiasi modo e frutta di ogni tipo (su tutto le fragole). Significativo l’orgoglio con il quale si specifica: “tutto dal mio orto”.
Ma non potevano mancare, anche se numericamente limitate, incursioni di ambito mediterraneo, a dimostrazione che la contaminazione è presente anche nell’ottica dei giovani. Per citare solo tre riferimenti, scupatiz, souvlaki e ricette afro-fusion.
Presente, come naturale, l’angolino del dolce, con primato condiviso tra gelato o sorbetto e torte alla cioccolata.
Ed il fast-food? Quasi dimenticato con una sola citazione. E chi dice che i giovani, anche in questo ambito, sono totalmente omologabili? La riprova di questo loro atteggiamento libero, curioso ed attento alla qualità riconoscibile viene da una delle risposte più emblematiche che abbiamo potuto leggere.
La tavola? “Specchio di una personalità molteplice”.
FRANCO BANCHI